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Lean Startup: l’azienda snella
Guest Post: Adriano Gasparri – Mentor – GOextra
Una sfaccettatura molto importante di questa recessione economica è che ci sta costringendo a non dare per scontato quello a cui siamo passati sopra con leggerezza fino ad adesso e ci sta mostrando la più grande verità: non sarà più possibile costruire il benessere di oggi a spese del domani, incrementando il consumo per mantenere una crescita e finanziando questa crescita a spese del futuro. Il percorso di cambiamento a cui è chiamato un imprenditore in questo 2013 è profondamente diverso dal passato. Fin dall’inizio della sua promettente carriera l’aspirante imprenditore deve studiare concetti e teorie che gli possano dare le basi per affrontare da un punto di vista diverso gli scenari economici in cui opera: libri fondamentali come La Coda Lunga, Strategia Oceano Blu, Economia delle Esperienze sono solo alcune delle pietre miliari che l’imprenditore deve assimilare e che non posso mancare nel suo bagaglio culturale.
Apprese le conoscenze e competenze giuste, l’aspirante imprenditore desideroso di sperimentare ha l’opportunità di esercitarsi grazie a dei nuovi format di eventi che si stanno diffondendo in Italia come le Startup Weekend, Lean Startup Machine e Startup Pirates, queste sessioni verticali permettono di far nascere delle nuove idee imprenditoriali e svilupparle in contesti collaborativi aperti al confronto con gli altri operatori di questo ecosistema. Daltronde una buona idea proviene dalla collisione di piccole intuizioni che formano qualcosa di più grande del loro insieme, queste prendono forma grazie alla connettività delle persone, permettendo loro di unirsi in qualcosa di più grande della somma delle parti.
Ritornato a casa con un’idea di business sostenibile, il neo imprenditore può mettersi veramente al lavoro per costruire le basi della sua futura startup beneficiando di spazi condivisi chiamati Coworking che corrispondo alla naturale espressione di luoghi fervidi dove l’imprenditore può trovare co-fondatori o partner con cui allearsi per portare a buon fine il suo progetto. I coworking sono luoghi abitati da persone con la mentalità aperta al cambiamento, la contaminazione tra volontà di crescita professionale e la costruzione di un propria azienda permetterà di tenere sempre proattivo e propositivo l’ecosistema.
Un altro aspetto da non sottovalutare è il contesto competitivo in cui opera il nuovo imprenditore è decisamente agguerrito e pieno di persone determinate ad emergere, la recessione economica ha modificato lo spirito imprenditoriale: prima chi faceva l’imprenditore lo faceva per scelta ora chi fa l’imprenditore lo fa per necessità. Molte idee possono essere innovative ma poche sono quelle sostenibili nel mercato di riferimento, sotto questo aspetto il neo imprenditore opera in un mercato globale nel quale molte altre persone possono aver avuto la sua stessa idea. Questa nuova competizione ha lasciato segni di cambiamento anche nella cultura imprenditoriale di questi ultimi anni modificando profondamente il concetto di fallimento, da accezione negativa a stimolo all’eccellenza; un’imprenditore seriale che fonderà prolifiche aziende, imparando dagli errori commessi nel passato per migliorare le sue aziende del futuro.
Un imprenditore può ritenersi soddisfatto del vantaggio competitivo che con tenacia e sudore si è costruito negli anni e che con coerenza giorno dopo giorno continua ad incrementare solo quando lo sforzo di cercare una meritocrazia (anche se questa intorno a lui non c’è) lo farà cessare di lamentarsi e gli permetterà di puntare il focus propositivo nella crescita personale e professionale. Inoltre l’imprenditore non vuole assuaefarsi alla routine che spegnerebbe il suo spirito di “inventore”, il mondo del business italiano è troppo impregnato nella frenesia dei numeri e nella tirannia del tempo; questi stanno uccidendo l’invenzione, le poche persone che conosco sicure e felici del proprio mestiere, sono quelle che hanno la possibilità di inventare e disegnare nuovi servizi o prodotti.
Oggi c’è molto fermento intorno al mondo startup anche in Italia, in particolare per quelle digitali; imprese emergenti con una forte anima tecnologica che contaminano settori differenti, ma il nuovo prodotto o servizio creato dall’imprenditore deve necessariamente partire dai bisogni degli utenti, al fine di una co-progettazione adatta a quello che veramente vogliono gli utenti. Da qui si evince la vera definizione di startup: un’organizzazione temporanea progettata per realizzare un modello di business scalabile e monetizzabile.
Quello che veramente guiderà l’imprenditore durante tutto il percorso di crescita della sua startup è il metodo con cui adattare il modello di business (il modo con cui l’azienda crea, acquisisce e consegna valore ai propri potenziali clienti) e monitorare i risultati ottenuti. Strumenti prediletti per concretizzare le prime assunzioni sono il Business Model Canvas (adatto sviluppare aziende) o Lean Canvas (adatto per sviluppare prodotti) e l’Empathy Map (adatta per indivuduare potenziali clienti) al fine di condensare concetti di business per tutto il team. Percorso che permetterà di minimizzare gli sprechi e massimizzare l’apprendimento, adattando la soluzione ideata al problema riscontrato dal target preso in considerazione e adattando il prodotto/servizio realizzato alle esigenze del mercato di riferimento.
Buon lavoro
Adriano Gasparri
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